Dal 20 al 25 gennaio si svolge la prima settimana di riprese del documentario “O. Licini. Un angelo in bilico” di Elia Bei e Mattia Biancucci, dedicato alla vita, al percorso creativo e all’anima di Osvaldo Licini, grande artista marchigiano del Novecento.
Osvaldo Licini rivive attraverso il cinema. I luoghi, l’evoluzione artistica e la sua anima solitariaconducono in un universo enigmatico e intimo, raccontato attraverso testimonianze sentite e coinvolgenti.
La visione che caratterizza il nuovo documentario “O. Licini. Un angelo in bilico” di Elia Bei e Mattia Biancucci, prodotto da Piceni Art For Job e Humareels, è la consapevolezza dell’arte di Osvaldo Licini come un’eredità importante per troppo tempo sottovalutata, che racchiude non solo opere d’assoluto valore artistico, ma anche valori, storie autentiche, passioni.
Prende quindi il via la parte esecutiva del progetto che dal 20 al 25 gennaio vede l’inizio delle riprese sul territorio marchigiano, a partire dal paese natale dell’artista, Monte Vidon Corrado, così importante e determinante nell’influenzare la sua produzione ed evoluzione artistica. Le riprese si concentrano in particolare negli esterni del paese ed interni del Centro Studi “Osvaldo Licini”. Il set si sposta poi ad Ascoli Piceno, in particolare nell’ambito della Galleria d’arte contemporanea dedicata ad Osvaldo Licini.
Il documentario è quindi un percorso di ricerca e scoperta dell’ispirazione territoriale, dei segreti dell’arte e del genio creativo del pittore, ma anche del carattere, delle sue fragilità, della persona Osvaldo Licini.
Il viaggio nella vita del pittore è sostenuto dalle voci degli abitanti di Monte Vidon Corrado che lo hanno conosciuto edegli studiosi che lo hanno analizzato negli ultimi trent’anni, e reso ancora più coinvolgente dalla voce narrante di Neri Marcorè.
Un viaggio che conduceattraverso il territorio legato a Licini e porta a conoscere da vicino e con un’ottica nuova tante sue gemme nascoste: oltre a Monte Vidon Corrado, anche Porto San Giorgio, Fermo, Grottazzolina, Montefalcone Appennino, Falerone, Ascoli Piceno.
L’esperienza cinematografica parte appunto da Monte Vidon Corrado, piccolo paese dell’entroterra protetto dalla maestosità dei Monti Sibillini. È proprio lì, infatti, a stretto contatto con la natura e il paesaggio che vennero pensate, concepite e realizzate le opere più importanti della carriera di Licini.
La vita dell’artista è infatti composta da tappe ben precise sul territorio italiano ed europeo. Un viaggio che comincia alla fine dell’Ottocento a Monte Vidon Corrado, e che finisce nello stesso luogo nel 1958. Monte Vidon Corrado, Bologna, Firenze, Parigi e la Svezia sono alcune delle tappe che hanno modellato l’universo artistico di Licini verso un’arte misteriosa e fantastica.
Ma sono l’isolamento volontario a Monte Vidon Corrado e gli anni della Seconda Guerra Mondialele tappe del suo percorso e i contesti nell’ambito dei quali prendono vita le celebri creatureche popolano il mondo fantastico di Licini. Personaggi che il pittore crea e fa vivere nel cielo di Monte Vidon Corrado che lo sovrasta: Olandesi volanti, Amalassunte e Angeli ribelli.
Da una parte, quindi, Licini uomo edall’altra Licini artista che si alternano e si completano a vicenda. Le lettere, le poesie e i racconti del pittore marchigiano accompagnano intimamente lo spettatore in questo viaggio.
Il documentario – finanziato dalla Regione Marche – Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), Fondazione Marche Cultura – Marche Film Commission, è stato premiato dalla commissione valutatrice come primo progetto in graduatoria con punteggio di 90/100 –è prodotto da Piceni Art For Job e Humareels, con supporto alla produzione esecutiva di MaxMan Coop. La regia è di Elia Bei. Il documentario è scritto da Elia Bei e Mattia Biancucci, direttore della fotografia è Simone Gambelli e montatore Mattia Biancucci. Organizzatore generale Marilisa Murgia e direttore di produzione Francesco Appoggetti.