Osvaldo Licini rivive attraverso il cinema. I luoghi, l’evoluzione artistica e la sua anima solitaria conducono in un universo enigmatico e intimo raccontato dalle testimonianze dei paesani che lo hanno conosciuto e dagli studiosi che lo hanno analizzato.
La vita dell’artista Osvaldo Licini è composta da tappe ben precise sul territorio italiano ed europeo. Un viaggio che comincia alla fine dell’Ottocento a Monte Vidon Corrado, nelle Marche, e che finisce nello stesso luogo nel 1958.
Monte Vidon Corrado, Bologna, Firenze, Parigi e la Svezia sono le tappe che hanno modellato l’universo artistico di Licini verso un’arte misteriosa e fantastica. Il viaggio nella vita del pittore è sostenuto dalle voci degli abitanti di Monte Vidon Corrado che lo hanno conosciuto e degli studiosi che lo hanno analizzato negli ultimi trent’anni.
Da una parte un Licini uomo e dall’altra un Licini artista che si alternano e si completano a vicenda. Le lettere, le poesie e i racconti del pittore marchigiano accompagnano intimamente lo spettatore nei lunghi viaggi europei e nell’isolamento a Monte Vidon Corrado.
Bologna rappresenta la formazione, le lezioni all’Accademia di Belle Arti e il suo stile auto definito “Primitivismo fantastico”. Sono gli anni della sua unica produzione letteraria in prosa: I racconti di Bruto. Un testo dissacrante in piena carica futurista che anticipa la liberazione pittorica che avverrà dagli anni quaranta.
A Firenze vive solo tre anni, nei quali viene fortemente segnato. Partecipa volontario alla Prima Guerra Mondiale dove una ferita alla gamba lo renderà claudicante per tutta la vita. Durante il ricovero in ospedale conosce un’infermiera da cui avrà il suo unico figlio, Paolo Licini.
Il trasferimento a Parigi nel 1917 è la tappa più sconvolgente. La scoperta di Modigliani, Cèzanne, Van Gogh e Matisse sprigiona nuovi stimoli in Licini, che tornato a Monte Vidon Corrado compie un percorso che lo allontanerà definitivamente dalla pittura figurativa per portarlo alla pittura astratta. La ricerca che ne scaturisce si fonda su una geometria che possa diventare sentimento. Gli anni Trenta sono segnati dai numerosi viaggi in Svezia e a Parigi che in un certo senso completano e rafforzano l’arte astratta di Licini, preparandolo anche alla svolta artistica degli anni Quaranta.
L’isolamento volontario a Monte Vidon Corrado e gli anni della Seconda Guerra Mondiale sono il contesto del suo figurativismo fantastico, cioè la nascita delle figure alter ego del pittore. Personaggi che Licini crea e fa vivere nel cielo di Monte Vidon Corrado che lo sovrasta: Personaggi, Olandesi volanti, Amalassunte e Angeli ribelli.
Il percorso di Osvaldo Licini si ferma pochi mesi dopo la vittoria del Gran Premio per la pittura alla XXIX Biennale di Venezia del 1958. Il viaggio pittorico sembrava invece non fermarsi. In quegli anni Licini stava esplorando altre vie artistiche, sempre spinto da una necessità di ricerca ed espressione che lo contraddistinse nel panorama pittorico italiano del Novecento.
Piceni Art For Job sta sostenendo questo interessante progetto, insieme a Humareels.